Secondo grado

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Giorno di sentenza per il processo d’appello di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, dopo le udienze a ritmo incalzante delle ultime settimane. Un folto gruppo di solidali si è trovato anche stamane per un saluto caloroso ai quattro e per aspettare insieme l’esito del secondo grado di giudizio fuori dall’aula bunker: qualche banchetto informativo, musica e un bicchiere di vin brulé per scaldarsi in mezzo alla caligine.

Non sono tardate ad arrivare notizie da dentro sulla linea accusatoria tenuta anche in quest’ultima giornata: il procuratore generale Maddalena ha voluto deliziare tutti collegando in maniera eufemisticamente balzana alcuni episodi storici inerenti al suo concetto di terrorismo. E così con un accenno all’episodio fatale del traliccio di Feltrinelli, uno alle bombe dei NAR sui treni, uno al cerchio e uno alla botte, ha reso palesi le sue ispirazioni derivanti dai fratelli Grimm più che da una puntualità storiografica.

Lasciando da parte l’argomentazione sui generis, il succo della questione è stato quello di cui vi avevamo già parlato e che è stato il filo conduttore di queste ultime udienze: ancor prima che sulla base del giudizio su un atto specifico, per il procuratore, il terrorismo dovrebbe essere giustificato in base agli effetti che una determinata azione ha sulle decisioni dello Stato.  In soldoni, se una lotta diventa efficace tanto da far retrocedere i governanti rispetto a una decisione presa, si dovrebbe entrare a piè pari nel campo del terrorismo.

Le parole di Maddalena non hanno scalfito il morale e sia dentro che fuori è stato buono, soprattutto quando, ritirata la corte per deliberare, i quattro compagni sono potuti uscir fuori. Qualche ora con amici e solidali a godersi un po’ di sole pomeridiano seppur immersi nell’ostilità di quel luogo.

La sentenza prevista per le 15 ha tardato di circa mezz’ora e quando è arrivata ha confermato quella del primo grado: tre anni e sei mesi e nuovamente il rigetto dell’accusa di terrorismo.

Per maggiori chiarimenti sarà necessario aspettare le motivazioni ma ci vorrà un po’ di tempo.

Intanto ci stringiamo ancora una volta attorno a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, non traendo nessuna spinta motivazionale nelle sentenze di tribunale.