Al lavoro, subito!

È palese l’impossibilità di vivere come prima. A casa nostra è segnata la fine della produzione industriale e della contrattazione collettiva, è il tempo di lavoro flessibile e passeggero. I rapporti che ci legano al capitale ci rendono costantemente affannati dall’idea di rimanere senza un lavoro e senza strumenti per conservarlo se non essendo dei migliori, docili sgobboni. Su più fronti le norme alterano l’abituale rapporto salariale, oramai in crisi: con la riforma della Buona Scuola è stata introdotta l’alternanza scuola-lavoro, migliaia di studenti dovranno andare a lavorare gratuitamente, escludendo molti altri che potrebbero svolgere le stesse mansioni ma retribuite. Agli studenti viene tagliato via il tempo per stropicciare gli angoli delle antologie o di qualche noioso manuale e per essere spaesati e inconcludenti; capitale umano che era solo rendimento potenziale diventa immediatamente produttivo. Il portavoce dell’associazione nazionale presidi rassicura dicendo che sarà attuata una formazione a tappetto. Infatti si tratta di un passo culturale, come sottolineano i rappresentanti del Miur e di Confindustria: la scuola e le aziende devono abituarsi all’idea di essere due mondi contemporanei e amalgamati per l’utilità economica attuale. Asl, musei, grandi aziende private hanno già sottoscritto ed impegnato tantissimi giovani ed entusiasti volontari.

Nell’audio le voci del nemico, tratte da un reportage di Radio24:

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