La “costruzione” dell’immaginario alpino

Le alpi non sono sempre state passibili dello stesso sguardo. A partire dalla fine del XVIII secolo l’ambiente montano viene investito da un nuovo tipo di rappresentazione che coincide temporalmente con l’affermarsi dell’importanza dei contesti urbani. Da quel momento la montagna, prima vista come paesaggio disarmonico se non financo come ostacolo fisico, diventa meta turistica e oggetto del sapere geografico e successivamente di quello della pianificazione territoriale.

Vi proponiamo un contributo tratto da Macerie su Macerie in onda su Radio Blackout  in cui Antonio de Rossi, direttore del centro di ricerca Istituto di Architettura montana, racconta le prime fasi di questo processo descrivendo come l’immaginario alpino sia il risultato di quel preciso “sguardo” che l’ha irregimentato.

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