Fuori e dentro

 

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Nel pomeriggio della domenica appena passata circa ottanta persone hanno tenuto un rumoroso presidio fuori dalle mura del Cie torinese, ora rinominato per volontà ministeriale Cpr. A protezione di quelle infauste mura i reparti di celere e una schiera nutrita di agenti in borghese hanno anticipato come al solito i nemici delle deportazioni.

Per evitare che sentissero i solidali fuori a tutti i reclusi è stato impedito di uscire dalle proprie aree, ma alcuni ragazzi hanno ben pensato di “darsi voce” da soli iniziando una protesta che ha coinvolto soprattutto l’area bianca e quella gialla, dove sono stati bruciati alcuni materassi; all’interno dell’isolamento invece qualcuno ha lanciato il pasto per terra. La reazione delle forze dell’ordine non si è fatta attendere troppo e la celere è entrata in entrambe le aree spegnendo l’incendio e circondando con caschi e manganelli i reclusi. Questa situazione di stallo è durata circa un’ora e prima di andare via dall’area bianca le forze dell’ordine hanno portato fuori due persone, un marocchino e un nigeriano. I poliziotti hanno poi abbandonato anche l’area gialla, ma per farvi ritorno dopo quindici minuti e prelevare altri tre ragazzi nigeriani perché sospettati di essere gli autori dell’incendio.

Intanto su corso Brunelleschi i presidianti hanno continuato a intonare cori di sostegno alle rivolte, trattenendosi davanti al Centro fintantoché la situazione non è tornata alla calma ed è rientrata la minaccia del manganello della polizia. Sul finire del presidio dei fuochi d’artificio hanno illuminato l’imbrunire per dare il giusto saluto ai rivoltosi.

Qualche ora dopo, da che sappiamo, la celere è entrata di nuovo nell’area gialla per fare una perquisizione alla ricerca di accendini: hanno messo praticamente tutto a soqquadro, ma non hanno trovato nulla.

Verso le nove di sera sono tornati nell’area gialla i tre ragazzi nigeriani, a quanto pare senza conseguenze penali, e durante la notte hanno fatto ritorno anche i due prelevati dall’area bianca.

Vediamo come la situazione di tensione evolverà nei prossimi giorni, intanto vi riportiamo un piccolo aggiornamento: secondo una stima dei reclusi ci sarebbero più di cento persone all’interno e un ragazzo nell’isolamento continua ad avere la bocca cucita ed è in sciopero della fame da circa dieci giorni.