Riscossione crediti

img_20170920_101826.jpg“Multicom Events organizza e realizza eventi e spettacoli per ogni occasione” – recita il sito dell’azienda.

Multicom Events recupera lavoratori che scaricano e caricano impalcature, montano e smontano gazebi, istallano impianti e anche un folto gruppo di addetti alle pulizie assunti giusto per il tempo necessario a produrre l’evento. Ed è così che l’azienda si è occupata dell’organizzazione e della gestione dell’ultimo Salone dell’auto al parco del Valentino.

Tra chi rassettava in mezzo alle auto scintillanti, svegliandosi ben prima dell’alba, sono capitate due amiche e un amico. I problemi, oltre a quelli intrinseci al lavoro e alle fatiche mal retribuite di questa particolare attività, sono arrivati a posteriori, al momento effettivo del pagamento.

A un’amica è stato dato quasi il 25% in meno, un’altra dopo tre mesi non aveva visto ancora un euro e nonostante chiamasse l’ufficio in maniera costante riceveva risposte pretestuose che dilazionavano il problema.

Dopo l’ennesima risposta imbarazzata della segretaria, le due ragazze hanno deciso di andare direttamente agli uffici dell’azienda facendosi accompagnare da un po’ di amici a dar manforte. In mezzo ai capannoni della zona industriale tra San mauro e Settimo, un edificio con mattoni a vista ospita la Multicom Events. Nel magazzino accanto una manciata di ragazzi africani carica e scarica da un camion le “americane” di chissà che evento. Giusto una rampa di scale, una porta a vetri ed ecco un’impiegata che si para sull’uscio e indovina al volo la motivazione della presenza di qualcuno, rabbioso, lì. Pare che non pagare i lavoratori sia un modo consueto di allargare i margini di guadagno della ditta.

Le rimostranze vengono prese di petto dal responsabile, un certo Franco, che mezzo agitato, mezzo aggressivo, inizia a contestare le richieste, eludendo la via diretta per risolvere il problema. Chiede se era il caso di fare tutto quel chiasso per neanche cinquecento euro. È evidente che ha altri parametri di vita per misurare il mondo.

Gli amici solidali accorsi srotolano uno striscione, il responsabile polemizza sulle ore da pagare, un po’ di vociare si anima tra dentro e fuori l’ufficio. Un’impiegata esce con giacca e borsa. Si scopre  che l’ufficio di collocamento l’ha spedita lì e che è l’ennesimo posto di lavoro in cui svolge una prova. Dal momento che percepisce la disoccupazione è obbligata ad accettare le offerte che il Centro per l’impiego le propone. L’episodio di trambusto ha fatto traboccare il vaso, la donna ha girato i tacchi disgustata dalla propria condizione di lavoro e nel vedere come vengono trattati gli altri lavoratori. Nonostante sia poi ritornata negli uffici, speriamo abbia trovato il suo modo per non farsi sfruttare.

Dopo circa un’oretta le due ragazze escono con un foglio ciascuna. È il documento che attesta l’avvenuto bonifico bancario della cifra da loro richiesta.

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