Non saltella più … 2.0

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In molti si ricorderanno di quando il primo maggio, mentre per le vie del centro sfilava la solita parata cittadina, una manciata di rider sfidava il silenzio di Deliveroo. Un tentativo di imporre con lo sciopero le proprie richieste all’attenzione dell’azienda, che nei giorni e mesi precedenti aveva continuamente nicchiato. Un tentativo che aveva dato i suoi frutti vedendo riconosciute in buona parte le rivendicazioni avanzate.

A fronte delle briciole che il colosso del food delivery concede ai propri lavoratori in giro per l’Europa, non mancano fan sfegatati tra le schiere dell’alta finanza ben disposti a sostenere Deliveroo nella speranza che possa espandersi ancora, ancora e ancora. È il caso, ad esempio, dei 385milioni di dollari che due fondi di investimento statunitensi hanno concesso all’azienda per allargare il proprio mercato, da investire nell’ innovazione tecnologica, nella diversificazione dei prodotti offerti e nell’apertura in altre città.

Mentre l’azienda sembra progredire vertiginosamente sulle vette degli indici di mercato, i problemi nei bassifondi, nelle strade attraversate tutti i giorni dai lavoratori, restano gli stessi. Nella battaglia senza tregua per sostituire  la sua rivale Foodora nel panorama torinese del “ristorante a casa tua”, Deliveroo ha deciso di assumere a settembre nuovi rider per far fronte alla mole di ordini che secondo i loro calcoli sarebbe aumentata considerevolmente. È così che mentre le prime campagne promozionali e le consegne gratuite per i clienti non sortivano alcun effetto, per un mese intero i lavoratori in bicicletta si sono visti calare considerevolemente il numero di turni assegnati, spesso ben al di sotto delle dieci ore garantite ottenute con lo sciopero di maggio. Come se non bastasse non solo gli ordini non sono aumentati abbastanza, ma la zona coperta dal servizio si è allargata a tal punto da costringere i rider a percorrere distanze esorbitanti, con punte di cinque chilometri per un ritiro al ristorante. Sollevato il problema più volte allo sportello dedicato mensilmente al confronto coi lavoratori, inviata una lettera di richieste elaborata e condivisa orizzontalmente dalla maggior parte dei rider, l’azienda non ha minimante preso in considerazione la faccenda ed ha continuato a far pesare sulle loro gambe i rischi di avvio e le ricadute dei suoi giochetti promozionali.

Beh, non sempre i rider sono disposti a giocare. O meglio quando il gioco si fa duro, c’è chi smette di pedalare.

Mercoledì 27 settembre l’azienda ha lanciato un’offerta speciale: in tutte le città d’Italia dove è appena sbarcato il servizio si è potuto comprare e farsi consegnare a casa mezzo chilo di gelato dai punti vendita GROM alla modica cifra di un euro. In tutte le città, eccetto Torino! Infatti stanchi di lavorare a queste condizioni tredici dei quindici rider in turno durante la promozione hanno deciso di incrociare le gambe e far rimbalzare gli ordini senza eseguire nessuna consegna. Dopo circa un’ora Deliveroo a Torino ha deciso di sospendere il servizio, accampando scuse e giustificazioni mirabolanti ai clienti imbestialiti, mentre per gli ordini accumulati nella prima ora circa una cinquantina sono rimasti fermi sul bancone delle gelaterie.

Insomma il canguro di Deliveroo ogni tanto smette di saltellare, staremo a vedere se l’azienda si farà viva oppure se continuerà la sua indifferenza e cosa metteranno ancora in campo i rider in lotta.