L’aria che tira

«[…] aspettando di vedere se la prossima volta saranno ancora i pochi colleghi schiacciati sotto il peso di un servizio disumano ad avere la meglio, o se magari resteranno vittime della violenza che ingiustamente si scatena contro di loro, o saranno costretti a gesti estremi.»

A parlare è Franco Maccari, Segretario generale del sindacato di polizia Coisp, e si riferisce alla piccola rivolta dell’altro giorno dentro al Cie di Modena. Rivolta che, lo scopriamo solo ora, era stata preceduta da un tentativo di evasione durante il quale i reclusi avevano cercato di sfondare il soffitto del Centro. Fate attenzione alle sue parole che, per quanto propagandistiche possano essere, riflettono bene l’aria che tira da questa estate dentro ai Centri di tutta Italia. Uno scontro continuo, con prove di forza quotidiane tra gente affamata di libertà e gente pagata per tenere ben chiusi i cancelli. Rivolta dopo rivolta, emerge l’evidenza che tutto il sistema delle espulsioni è prossimo all’esplosione – un po’ per la forza delle lotte e della determinazione dei reclusi e un po’ per l’imperizia strafottente e criminale di un certo ministro. Messa sulla prima linea di questa battaglia, la polizia ci tiene a dire la propria: «prima o poi ci scapperà il morto». Che è come dire: «siamo disposti a sparare».