Da Piazza Castello a Borgo Dora

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Una settimana dopo la richiesta dei PM di condanne a 9 anni e mezzo di carcere per quattro dei sette imputati per l’attacco al cantiere di Chiomonte avvenuto nel maggio 2013, i No Tav si danno appuntamento in Piazza Castello. L’intenzione, ancora una volta, è di stare al fianco di Chiara, Mattia, Nicco, Claudio, Graziano, Lucio e Francesco, di ribadire la propria opposizione al Tav e di difendere la pratica del sabotaggio come strumento di questa opposizione. Lo si è fatto in Italia e non solo, dopo gli arresti e l’accusa di terrorismo, e ancora nella scorsa settimana, in molti modi, ora che la sentenza si avvicina. Dopo la partenza, il corteo imbocca via Po, scende dai Giardini Reali, svolta in Corso Regina e passa da Piazza della Repubblica. Dietro ai tanti striscioni, oltre un migliaio di persone, tra cui anche chi, con gli arrestati, ha condiviso un’altra resistenza, quella contro gli sfratti in città. Vengono lette le dichiarazioni dei quattro, e vengono anche incollate sui muri lungo il percorso. Un corteo comunicativo, quindi, che non sceglie di rivolgersi solo agli avventori del centro cittadino, ma dopo il passaggio vicino alla sede della RAI – si è cantato, forte, «magistrati e giornalisti, siete voi i terroristi!» – percorre strade in cui la repressione quotidiana picchia duro. Anche a Porta Palazzo i militari presidiano il territorio, non a difesa di un cantiere, ma a coadiuvare le forze di polizia in retate contro gli immigrati. Si dà la caccia ai venditori abusivi, ci sono controllori fissi sui mezzi pubblici, insomma, in molti modi si fa la guerra a chi non ha un documento, a chi non ha un’autorizzazione, a chi, più semplicemente, non ha troppi soldi in tasca.
Nelle facce di queste strade c’era stupore per un corteo così numeroso, e sostegno, perché in tanti conoscevano gli arrestati. Nell’edificio che si snoda per tutta la lunghezza di Via Lanino, abitavano infatti Chiara, Nicco e Claudio. È da quella casa che sono partiti i fuochi artificiali che hanno illuminato il cielo sopra il Balon, pochi metri prima di Piazza Borgo Dora, dove è terminata la manifestazione. In contemporanea, era in programma una castagnata in Clarea. I poliziotti hanno impedito che chi era in Valsusa si avvicinasse al cantiere dell’Alta Velocità, ma l’indicazione resta, fino alla sentenza e oltre, di stare vicino a chi è in carcere, ognuno con i suoi modi, ognuno nei suoi luoghi.